E’ il 1969. In un piccolo appartamento di una Palermo provinciale Enzo Sellerio ed Elvira Giorgianni danno forma a quel sogno culturale che oggi conosciamo come Casa Editrice Sellerio.

Ne parla così Antonio Sellerio, l’attuale direttore dell’impresa familiare, che con la sorella Olivia porta avanti con orgoglio l’attività dei genitori.  La casa editrice resta ancora fortemente legata allo scenario palermitano, con il quale ha stretto un rapporto che definisce egli stesso “nevralgico”, nodale, cruciale. Questo legame però se da una parte rappresenta il punto di forza della Sellerio, dall’ altro risulta una criticità, in quanto la casa editrice resta periferica e lontana da tutti quei contesti e quei circuiti comuni e urbani che sono avamposto di incontri tra giornalisti, editor, autori.

Nonostante la posizione sfavorevole, il placement e la produzione risultano efficaci, così come lo sono le collaborazioni ed i rapporti, imperniati su un principio di “affinità” e “fiducia” con i propri autori e lettori. La produzione non è certo limitata al solo panorama regionale o nazionale: dal 2011 nasce la collana di narrativa straniera, la quale vede la pubblicazione di testi di stampo internazionale, che mirano a soddisfare quella sete di novità ed allargamento dei confini comune a molti lettori. E sono proprio la “soddisfazione” e “l’appagamento” due tra i punti cardine su cui Antonio Sellerio si è focalizzato oggi – all’ incontro delle 11 in Sala Granata – e che rappresentano anche gli aspetti più difficili del mestiere dell’editore: scegliere tra quelli proposti un testo che sia in grado di interessare e coinvolgere il pubblico dei lettori, con le loro aspettative, pretese, limitazioni; ma anche la responsabilità di selezionare i manoscritti inediti di giovani esordienti, spesso principianti ed inesperti, basandosi sugli indicatori di qualità linguistica e di originalità. Sellerio ha infatti citato il caso di un testo di Gianrico Carofiglio per spiegare le difficoltà che risiedono nell'”osare” con trame particolari, come quella, appunto, de Il manuale sulle tecniche interrogatorie. L’editore dichiara che la sua tendenza ad osare è dovuta all’influenza che Leonardo Sciascia ha avuto nella sua formazione in età adolescenziale: è stato proprio il celebre scrittore siciliano che ha sostenuto le scelte ed i progressi dei suoi genitori -all’ epoca poco esperti- e della Casa Editrice.

Oggi, la Sellerio rappresenta un punto di riferimento per tutti quei giovani che vogliono realizzarsi in questo ambito, nonostante i limiti e gli ostacoli della nostra realtà: bisogna trovare il coraggio di osare nonostante la paura di fallire, proprio come cinquant’anni fa Enzo ed Elvira hanno fatto, lasciandosi il passato alle spalle con un nuovo sguardo fiducioso verso il futuro.

Isabella Greghi ed Alice Miraglia, Liceo Ariosto Ferrara