L’adesione nell’Anno Scolastico 2018/2019 dell’Istituto Penale Minorile di Potenza al progetto patrocinato dal CESP in collaborazione col Salone Internazionale del Libro di Torino “Adotta uno scrittore” ha rappresentato una valido momento di crescita per i ragazzi componenti la classe delle 825 h. e si è configurato come una stimolante opportunità di incontro e riavvicinamento al mondo della lettura.
Riflettendoci, forse nessun ragazzo libero, che abbia la possibilità di uscire, vedere i coetanei, frequentare luoghi di ritrovo e di aggregazione, navigare a volontà su Internet, potrebbe avvertire il bisogno, o avere la fortuna di immergersi in un libro quanto qualcuno dei nostri alunni “ristretti” nelle libertà personali. I libri sono mondi che aprono altri mondi e possono essere non solo modi di passare ore che non passano mai, ma molto, molto di più: possono essere arricchimento, gioia, nuove visioni della realtà per chi si trova nel carcere minorile più che per chi sta fuori.
I libri possono far conoscere quello che non è alla portata diretta, possono accompagnare lontano da un presente negativo e dare una spinta a cambiare se stessi e il mondo, possono fare la migliore compagnia possibile, quella che ci seguirà dovunque andremo e non ci abbandonerà neanche quando saremo vecchi. Se poi, come in questo progetto, ad avvicinarci a un libro (ne basta uno, la lettura è contagiosa!) è l’Autore in persona, che per di più è della nostra terra e sa farsi ascoltare, l’obiettivo di conquistare alla lettura i nostri alunni “speciali” è più facilmente raggiungibile e di questo ringraziamo di cuore gli organizzatori dell’iniziativa, che, tra tante altre, ha una meta più alta e più importante, per qualcuno, forse decisiva.
Il progetto si è svolto nei mesi di Marzo e Aprile 2019 e ha previsto “l’adozione” di Gaetano Cappelli, affermato autore lucano, noto per la briosa irriverenza della sua penna e l’acume con cui ritrae paesaggi e personaggi del meridione dei nostri giorni.
L’Autore ci ha proposto la lettura del suo recente romanzo “Storia controversa dell’inarrestabile fortuna del vino Aglianico nel mondo” in cui il protagonista è al centro di una girandola di incontri con personaggi stravaganti e spiritosi sullo sfondo dell’ascesa dell’Aglianico nell’Olimpo dei vini.
L’articolazione del percorso ha previsto tre incontri, della durata di un’ora ciascuno, concordati dall’autore e da me in date mai troppo distanti tra loro, per mantenere vivo l’interesse e la curiosità dei ragazzi.
Il lavoro iniziale è stato soprattutto quello di rimuovere, o quanto meno “minare” l’iniziale diffidenza degli alunni, resistenza che costituisce generalmente la risposta che i ragazzi oppongono alle proposte avanzate in ambito scolastico; del resto, una breve introduzione alla figura dell’autore ed una panoramica sulla sua produzione, unite ad un breve compendio della trama del testo proposto non avevano del tutto fugato la diffidenza, né acceso gli entusiasmi dei giovani ospiti.
In questo il merito va riconosciuto al nostro autore che, dal primo incontro con mestiere e disinvoltura, in un contesto in cui il primo approccio non risulta mai agevole, grazie all’atteggiamento accattivante e all’eloquio coinvolgente ha saputo attirare l’attenzione dei ragazzi e conquistarsi la loro curiosità e partecipazione.
Difatti l’aspettativa dei ragazzi di ritrovarsi di fronte una personalità seriosa e dotta, noiosa e distante, in cui il loro immaginario aveva calato la figura dello “scrittore di libri”, è stata piacevolmente ribaltata dalla sorpresa di incontrare una persona di mondo, capace, ma soprattutto disposta ad interloquire con loro alla pari, a lasciarsi interrompere dalle loro curiosità e farsi allontanare dal testo, per intraprendere sentieri e trame impreviste, che la loro fame di mondo di volta in volta imponeva.
Così sono scivolati i nostri incontri, in cui la lettura e i commenti si sono alternati a riflessioni, più o meno aderenti al testo, come la nota polemica di M.B. “Ma è troppo lungo questo titolo, non si capisce!” oppure le proteste sornione di A.C. “E che romanzo sarebbe, qua dicono pure le parolacce!”, con i ragazzi piacevolmente spiazzati e sorpresi dallo stile informale e dal frizzante lessico colloquiale del romanzo, non conforme evidentemente, al loro modello di letteratura. L’ultimo appuntamento, l’11 Aprile, ha visto anche la presenza della nostra Preside e del Direttore dell’Istituto Penitenziario che hanno partecipato alla discussione finale anche sottolineando la preziosa ricaduta didattica del progetto; in quella sede, una volta di più, l’autore “adottato” ha mostrato il piacere di intrattenersi con i ragazzi e rispondere alle loro domande in modo esauriente e vivace, interpretando appieno lo spirito del progetto che è stato, siamo felici di raccontarlo, un’esperienza riuscita: un momento di incontro, arricchimento e scambio veicolato dalla lettura.
Paola Perrone
Guarda anche che cosa hanno prodotto i ragazzi dopo l’incontro con lo scrittore adottato
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