«Cos’è che rende malvagio Jago? Si chiede certa gente. Io non me lo chiedo mai».
Citando l’incipit di Prendila così, scritto dall’americana Joan Didion, Claudia Durastanti pone immediatamente il pubblico davanti a quel dilemma che la protagonista non si pone. Non guardare al male è in questo caso una scelta ponderata, che deriva da un’accurata riflessione sull’interiorità del personaggio o una decisione presa di petto, che sorvola qualsiasi definizione del Bene e del Male stessi?
È così che viene introdotta questa affascinante lezione di Vittorio Sgarbi, ispirata dal libro scritto con Giulio Giorello: Il Bene e il Male.
Il critico d’arte parte da un paragone tra Caravaggio e Maradona, entrambi personaggi famosi per la loro carriera brillante come per la loro vita sregolata. La simultanea dualità e unicità della luce e dell’ombra di cui parla è perfettamente catturata dal capolavoro del Caravaggio Davide con la testa di Golia, in cui i moti che muovono l’eroe sono stravolti, e la solita espressione di trionfo indossata dal campione è sostituita dal rimorso causato dall’uccidere.
Analizza dunque come Davide sia considerato un personaggio fondamentalmente buono nella cristianità, che ci indica come non esista una visione universale del Bene, in quanto un’azione malvagia smette di essere tale nel momento in cui porta ad esso.
La conferma che Bene e Male non possano essere separati è il punto cardine intorno al quale ruota il pensiero di Sgarbi: entrambi coesistono nel singolo individuo e non possono essere considerati assoluti, solo predominanti.
Questa dicotomia la si ritrova anche nei dipinti Ecce Homo e Cristo coronato di spine rispettivamente di Antonello da Messina e Beato Angelico. Nel primo viene rappresentato per la prima volta l’aspetto umano del Cristo che piange, dubbioso del suo ruolo, mescolato con la sua figura divina, che per definizione è regale e contenuta.
Questo gioco di prevalenze è alla base di come la storia sceglie i propri eroi e i propri cattivi, guardando a quale tra le azioni e i sentimenti benevoli e quelli guidati invece dall’egoismo e dal male prevalgono nella vita come nelle opere che essi lasciano ai posteri.
È infatti questo ciò che succede a Caravaggio e Maradona: due personaggi che pur conducendo un’esistenza prevalsa dal Male saranno ricordati per le opere (pittoriche e calcistiche) di bene.
Sgarbi prende infine in considerazione un argomento d’attualità: il COVID-19.
Ragiona infatti su come ci sia un acceso dibattito su quale aspetto sia il più importante tra libertà del cittadino e salute: è giusto limitare la prima per il mantenimento della seconda?
Secondo Sgarbi no, ma ammette che la sua opinione non potrà mai essere condivisa da tutti in quanto, come abbiamo visto, non vi è Verità che sia assoluta.
Ilaria Boules, Noemi Ruggiero – Liceo classico Vittorio Alfieri, Torino
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