Dibattito acceso questo pomeriggio al teatro nuovo: Hassan Blasin, Inaam Kachachi, Ahmed Saadawi sono stati i protagonisti dell’incontro guidato da Gad Lerner, noto giornalista. L’argomento principale trattato  durante il dibattito è stato il macabro, presentato sotto ogni sua sfumatura, battute di spirito comprese.

Gad ha dato inizio all’incontro chiedendo come fosse percepita e quali differenze ci fossero sulla  concezione della morte secondo occidentali e iracheniSaadawi ritiene che la disuguaglianza sia insita nella cultura stessa dei popoli: infatti, è purtroppo consuetudine vedere nei paesi in guerra cadaveri riversi per strada o addirittura ascoltare inni di incitamento al sangue. Lo scrittore iracheno aggiunge che per loro, ormai, la morte è diventata quasi come una routine e che, essendone assuefatti, non ne hanno più così paura. Di diversa opinione è Hassan: sostiene che i media occidentali  stravolgano la cruda realtà araba, filtrando un’interpretazione della morte completamente diversa da quella vera.

La seconda domanda posta ai relatori riguarda il suicidio per fede, in particolare come è possibile congiungere la morte con la propria confessione religiosa.  Inaam afferma che molti giovani, sia europei sia non, essendo perennemente connessi on-line, si isolino a tal punto da morire prima ancora di intraprendere il viaggio suicida. Si trova d’accordo con la scrittrice anche Hassan sostenendo che è proprio su internet che avvengono i reclutamenti delle organizzazioni terroristiche.

Domanda inattesa è stata, invece, quella posta a Lerner da Hassan, che invertendo i ruoli, si è calato nei panni dell’intervistatore. Ha infatti chiesto se si fossero mai visti in televisione terroristi identificati come eroi. La risposta negativa ha dato luogo ad un altro dibattito che aveva per oggetto il sogno, ormai infranto, di riuscire a cambiare l’Iraq dall’interno.

La conclusione dell’incontro è stata suggellata dall’emozionante dichiarazione di Inaam:

“Nonostante le differenze linguistiche, culturali e religiose, siamo uguali, proviamo gli stessi sentimenti, abbiamo gli stessi sogni e siamo accomunati tutti dalla stessa paura della morte”.

 

Michela Cerbone-Liceo Alfieri, Michela Panico-Liceo Ariosto