L’incontro con Oliviero Toscani, fotoreporter e fotografo di fama internazionale conosciuto per le sue campagne provocatorie, ha avuto luogo il 12 maggio alle ore 18 nella Sala Rossa del Salone.

Durante l’incontro è stato presentato il suo libro “Più di 50 anni di magnifici fallimenti”. In esso ha voluto ripercorrere i suoi anni di carriera fotografica rispolverando i suoi lavori più scandalosi, nonostante lui ritenga che “un archivio fotografico significhi guardare indietro con rabbia”.

Toscani afferma, inoltre, che fare il fotografo non è un mestiere, ma significa in ogni caso esprimere qualcosa, una voglia, una speranza o una critica: “Essendo un’arte a portata di tutti è l’arte più difficile”.

L’unico scopo dell’arte è quello di documentare la condizione umana e non dev’essere “uno scambio di quadri a suon di milioni” come l’artista definisce l’arte contemporanea.

Facendo scorrere le immagini dei suoi migliori lavori, ha fatto notare al pubblico che quando fotografa va al di là della superficialità; infatti, anche fotografando personaggi famosi come Mick Jagger, cerca di coglierne l’aspetto umano.

Un incontro divertente e intimo in cui l’autore ha ripercorso anche momenti importanti della sua vita, come i primi anni passati a lavorare accanto al padre fotoreporter. Ha condotto, inoltre, lo spettatore ad una riflessione riguardo il mondo mediatico, che spesso viene banalizzato e non viene compreso il grande lavoro degli artisti che ne sta alla base.

“La creatività non è una cosa banale, mette paura, disturba, è sovversiva, non crede a ciò che vede, a ciò che sente, rischia il dubbio.”

Sara Radegonda e Jessica Santarossa, 4^H, Liceo Grigoletti