Un tema scomodo e affrontato assai di rado, quello dei libri mandati al macero. Ce lo propone l’associazione Giardino Forbito, molto attiva nella rete torinese in un processo di riqualificazione di alcune zone urbane. Da qualche tempo ha iniziato anche a occuparsi di questo problema, portando in giro per Torino i libri destinati a questa triste sorte e donando loro una seconda chance, tramite una seconda presentazione da parte dell’autore stesso.

Ma oggi, sotto un imponente gazebo al centro piazza Carlo Felice, circondati da piante e carte, non ci troviamo ad ascoltare uno scrittore, bensì tre persone con mestieri completamente diversi, ma tutte sensibili al tema. Il dottor Quaranta, in rappresentanza della Crai, prende per primo la parola, ricordando la partecipazione attiva del supermercato a favore di questa causa. Con il motto “un libro nel cuore di Crai”, infatti, accanto agli alimentari adesso sugli scaffali si trovano anche volumi salvati dal fuoco.

Il fatto di trovare libri in una situazione quotidiana come quella della spesa può favorire anche l’avvicinamento dell’italiano medio alla lettura: Mario Guglielminetti, professore universitario, ricorda infatti che, secondo le ultime statistiche, il 58% della popolazione della nostra penisola non legge. Questa è senza dubbio una delle più importanti tra le cause che provocano la crescita del fenomeno del macero. Guglielminetti, citando una celebre frase de “I persuasori occulti” di Vance Packard, afferma quindi che è necessario intervenire ricercando le motivazioni del cliente, e ricostruire processi a cui possano aderire anche i consumatori, ponendoli a un livello trasversale e alla portata di tutti.

Infine Enrico Casadei, capo redattore di Codice Edizioni, ci spiega in termini più tecnici i meccanismi che portano al macero. In particolare, si sofferma sul fenomeno del “reso editore”, che avviene quando un libraio, non avendo venduto un numero sufficiente di copie, le rispedisce all’editore. In questo modo i magazzini si riempiono, diventano insostenibili e alla fine l’unica scelta diventa quella di sbarazzarsi dei numerosi libri. Egli racconta di aver assistito in prima persona a dei maceri, che paragona a funerali, con tanto di notaio e avvocato.

Una tavola rotonda breve ma preziosa, alla fine della quale un’ottima apericena aspetta tutti coloro che abbiano salvato un libro, acquistandolo. In particolare, il libro che accompagna sempre il Giardino Forbito in questi giorni è “Un amore supremo”, storia che parla anche di jazz e funge da collegamento tra il Salone del Libro e il festival musicale di questi giorni, sempre a Torino.

 

Chiara Sapia e Virginia Rocco, Liceo Classico “Cavour”