Nella prima giornata della XXX edizione del Salone del Libro, Luigi Garlando  insieme a Fabio Geda ha presentato  il suo libro L’estate che conobbi il Che (Rizzoli), vincitore del Premio Strega.

Nel romanzo l’autore intreccia la storia di Ernesto Guevara con quella di Cesare, un ragazzino che vive con la sua ricca famiglia in Brianza e che, dopo aver visto tatuato sul braccio del nonno il viso del rivoluzionario argentino, inizia ad interessarsi a lui.

Nell’incontro Garlando descrive il Che ai ragazzi. Molti di loro, infatti, conoscono solo il suo volto spesso raffigurato su poster e magliette, ma non sanno nulla riguardo le sue imprese e i suoi ideali.

La figura e la vita del rivoluzionario sono come una scatola vuota e con il suo libro Garlando ha provato a  riempirla.

“Sii il cambiamento che vuoi vedere nel mondo” disse Ghandi e, nonostante la modalità possa essere discutibile, Che Guevara è stato questo cambiamento. Prima virtù del rivoluzionario è quello di riconoscere qualsiasi ingiustizia in qualsiasi parte del mondo e di battersi per risolverla. E’ proprio questa caratteristica ad unirlo a figure come Papa Francesco e Giovanni Falcone, su cui l’autore ha scritto altri libri; in quanto rappresentanti della chiesa e della legge, potrebbero sembrare opposti al Che, ma per Garlando non lo sono. Ancora oggi in diverse parti del mondo avvengono molte ingiustizie e l’autore, giornalista sportivo e appassionato di calcio, spera che proprio lo sport possa aiutare a risolvere alcune di queste.

Mattia Armillotta, scuola media Peyron
Alejandro  Casaretto, tutor Fuorilegge