La passeggiata letteraria numero 3 di oggi, domenica 6 ottobre, si è snodata in dieci tappe tra la Torre Littoria di piazza Castello e piazza Gran Madre, un lungo tratto all’ombra dei portici di via Po, sotto la guida di Stefano Tubia, scrittore che ha contribuito alla stesura di “Una Mole di parole”, guida letteraria alla città di Torino che è stata ripubblicata quest’anno.
L’itinerario è partito da piazza Castello. Tubia ci ha dipinto Palazzo Madama in un modo nuovo: servendosi delle parole di Guido Gozzano, scrittore torinese, la ha ribattezzata “Casa dei Secoli”, per sottolinearne la lunghissima storia. Proseguendo, all’angolo tra Piazza Castello e via Roma, Tubia ci ha indicato dove una volta sorgeva l’albergo Europa, in cui hanno soggiornato mole personalità illustri, tra cui Stendhal, Flaubert, e addirittura scrittori americani come Mark Twain, oltre al torinese Vittorio Alfieri. Passeggiando lungo la Galleria Subalpina, abbiamo costeggiato le vetrine di Baratti & Milano, caffè storico. Abbiamo scoperto addirittura che Gozzano ha dedicato una poesia, “Le Golose”, a questo bar.
La tappa successiva è stata Piazza Carlo Alberto, più precisamente la casa torinese di Friedrich Nietzsche, in cui ha soggiornato per alcuni tra 1888 e 1889. A Torino, il filosofo ha scritto il suo “Ecce Homo”, e il capoluogo piemontese è stato anche il luogo in cui è esploso il suo disagio psichico. Ogni torinese che passeggia in questa zona può riconoscere l’edificio grazie alla lapide commemorativa sul muro.
Sbucando in via Po siamo passati davanti ad un altro caffè storico simbolo della città: Fiorio, laboratorio politico e culturale dell’Ottocento, sotto i portici. Proprio questi vengono definiti da Bersezio come “il classico scenario dei torinesi di ogni classe”. Poco più avanti troviamo la sede dell’Università di Torino, fondata nel 1404. Alcuni allievi illustri: Erasmo da Rotterdam, Italo Calvino, Vittorio Alfieri, Guido Gozzano. Invece, un docente degno di menzione è stato Arturo Graf, considerato uno dei primi divulgatori: infatti apriva al pubblico le porte dell’università ogni sabato e tutti potevano assistere a delle lezioni.
A sinistra si staglia la Mole Antonelliana, da sempre simbolo di Torino e opera dell’illuminato architetto Alessandro Antonelli. Colpisce talmente i visitatori di Torino che Nietzsche la paragona a Zarathustra.
Proseguendo su via Po siamo giunti in piazza Vittorio Veneto. Abbiamo scoperto che al numero 1 abitava Franco Lucentini ed è proprio lì che si suicidò nel 2002. Poco lontana, in via Vanchiglia 2, si trovava la sede del futurismo torinese, nato nel primo dopoguerra. Qua elaborano divertenti teorie contro la pastasciutta, tra le altre cose.
Il nostro itinerario proseguì lungo i Murazzi del Po, dove abbiamo sostato davanti alla lapide con la quale il comune di Torino ha voluto commemorare l’eroico atto di Mario Soldati, che nel 1922 si gettò nel fiume per salvare un suo coetaneo. Per questo gesto riceverà il 28 Ottobre di quell’anno la medaglia d’argento al merito civile: quello è l’ultimo atto dell’Italia liberale prima della presa di potere di Mussolini.
Abbiamo attraversato poi ponte Vittorio Emanuele I, e in piazza Gran Madre l’itinerario si è concluso: Tubia, per descrivere la chiesa, ha citato Giovanni Arpino: “Uno zoccolo di zafferano opaco contro il buio della notte”. L’ultima citazione che ci he regalato la guida è quella di Rousseau, che definì la visione della città dalla collina “il paradiso terrestre”. Questo itinerario ha permesso a noi torinesi di guardare con occhi diversi la nostra città e di scoprirne alcuni segreti.
Jacopo Cardinale, Roberta Peiretti
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