L’incontro che si è tenuto questo pomeriggio all’Indipendent Corner del Salone Internazionale del Libro ha avuto come protagonisti gli scrittori italiani Filippo la Porta e Paolo di Paolo. Gli argomenti in discussione sono stati i libri che, con il passare del tempo ed il mutamento della cultura e della società, sono sempre più trascurati e stanno perdendo, quindi, il valore iniziale che li caratterizzava, distinguendoli dalla massa.

Nella sua premessa, Filippo la Porta ha voluto sottolineare come “anche ciò che buttiamo sia indispensabile a delineare ciò che realmente siamo”. Spesso la cultura attuale abbandona libri che non è in grado di usare, comprendere e metabolizzare. Tra i libri citati e porta voci di una cultura passata ed ormai in disuso vi sono “L’airone” ed “Il giorno del giudizio”, scritti rispettivamente da Giorgio Bassani e Salvatore Satta.

Il primo racconta l’ultima giornata di un uomo che prende la decisione di porre un termine alla sua vita ma, prima di mettere in atto il suo intento, scorge un airone impagliato che gli ricorda un cristallo di un’esistenza dimenticata. L’autore Filippo la Porta fa notare come il suo atteggiamento al contempo tragico e radicale possa essere considerato all’altezza degli scritti di Georges Simenon. Il secondo, invece, ha un significato prevalentemente etico ed è stato definito da George Steiner nettamente superiore al romanzo “Cent’anni di solitudine”.

Questi libri, come molti altri ormai caduti nell’oblio e per questo trascurati, presentano una profonda serietà morale, sembrano non credere nel progresso e nella storia, e sono dominati dal senso tragico e da una profonda concezione della vita. Per questa ragione, quindi, risultano poco adatti ad una cultura variegata, ironica, moralista e fiduciosa che caratterizza la società odierna.

L’idea di abbecedario su cui il dibattito si è svolto ha quindi come intento quello di scoprire quali possano essere i mezzi necessari a creare un equilibrio tra la cultura attuale e quella che domina libri dimenticati e spesso trascurati. Non è dunque un caso il fatto che a questo incontro abbia preso parte Paolo di Paolo, il quale con il suo ultimo romanzo “Mandami tanta vita”, rievocando la figura di Piero Gobetti e l’atmosfera torinese degli anni ’20, nebbiosa ed ancora tormentata dal fascismo, ha tentato di fondere insieme passato e presente, anche sotto un punto di vista sociale e culturale.

Federica Guizzo e Federica Brutti

Redazione Alfieri