La fedele bici, il vento in faccia, il rumore delle gomme sul selciato, l’ odore di libertà, il battito intenso del cuore…semplicemente questo si prova per le strade notturne dell’ affascinante Ferrara!
Dopo una giornata intensa, ricca di sorprese, di obbiettivi da raggiungere, tutto pienamente ripagato dalla soddisfazione personale e dai sorrisi della gente, arriva la tanto attesa sera. Si ritrovano in piazza i favolosi nuovi amici e compagni di questa esperienza, gli abbracci, gli sguardi e le risate complici, proprio come in una grande famiglia.
La notte buia, fresca e stellata spinge a riunirsi, a stare più vicini, tutti insieme, magari attorno ad una bottiglia col ruolo di Calumet indiano, insomma, come simbolo di fratellanza e di legame tra tutti i componenti di questo nuovo e meraviglioso gruppo, affiatato fin dalla prima sera. Momenti unici e indimenticabili.
L’ alcol inizia a fare effetto, scorre nelle vene, scalda sangue e ambiente, i rapporti diventano più stabili…al contrario delle gambe che iniziano a cedere, la testa a girare, le luci si fanno più fioche, le risate degli amici più ovattate, si entrata nel vivo della serata. Corpi barcollanti vengono portati a spalle da amiche lucide e fidate nei caldi letti che offrono un sonno ristoratore. Finiscono così alcune delle serate ferraresi, descritte con una semplice frase ricca di significato: “Sboccia dura senza paura”, che è diventata il motto di queste giornate.
Troppo velocemente però è arrivata l’ ultima sera, quella della festa di tutto lo staff che ha preso parte all’ organizzazione del festival dell’ Internazionale, tenutosi a Ferrara. Noncuranti della partenza, c’ è ancora tanta voglia di divertirsi e di stare insieme, di non lascarsi più…ma come tutti i sogni, anche questo è destinato a finire e a lasciare ricordi che strappano sorrisi e lacrime.
Com’ è iniziato, il sogno si è concluso , su un treno, direzione Torino, con la tristezza di abbandonare alcune certezze, ma come scrive Edgar Allan Poe: “Viaggiare è come sognare: ognuno conserva calda la memoria della meta da cui è tornato“, il ricordo non morirà mai e ci aiuterà a superare anche i momenti più difficili.
Trattenendo le lacrime, posso solo affermare che è stata una bellissima esperienza e che porterò nel cuore tutti coloro che hanno contribuito a renderla tale…Un particolare ringraziamento a Ferrara, che Gabriele D’ Annunzio definisce “bellezza deserta e silenziosa”, a tutta l’ organizzazione, al Liceo Ariosto, al mio Alfieri, a tutti i vecchi e i nuovi compagni che mi hanno accompagnato durante questo viaggio e infine un grazie ad una ragazza speciale…Non è un addio, ma un semplice arrivederci!
Antonio Novellino Redazione Alfieri
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