Da Pordenone alla Grecia e infine nell’antica Roma, Eva Cantarella ci offre un viaggio fra letteratura e sentimenti, un percorso pieno di storie attraverso la cultura e la visione dell’amore dei nostri avi.

Sabato 21 settembre in piazza della Motta, grazie alle domande di Alberto Casadei, la scrittrice ha raccontato delle ragioni che l’hanno spinta a indagare “sull’amore degli altri”.

Conoscere gli “altri”, ci aiuta a capire meglio il nostro rapporto con i sentimenti, la nostra cultura dell’amore e i valori alla base della nostra società.

Ciò a cui siamo abituati non era la realtà che caratterizzava l’epoca classica: già ai tempi la percezione di ciò che era consueto differiva tra greci e romani.

Nel mondo greco, nel quale era normale che un uomo avesse più di un’amante, esistevano più modi di definire l’amore: Ερως (eros), caratterizzato dalla passione, e Φιλια (filia), più simile ad un’amicizia o a un rapporto fraterno.

I romani invece avevano una concezione diversa nel matrimonio, tanto che con l’avvento della denatalità nell’età augustea si diffuse la pratica di cedere la propria moglie incinta a un altro uomo, senza alcun rimborso o sentimento di gelosia.

Bumbu Maria Martina, Tesauro Aurora