“Un intero popolo che paga il pizzo è un popolo senza dignità”. E’ proprio questo l’aforisma di Addiopizzo, movimento antimafioso al quale ha aderito l’autrice del libro “Una mamma in Addiopizzo”.
Il Salone del Libro di Torino, nel giorno 8 maggio non ha ospitato solo la scrittrice e maestra elementare Anna Maria Santoro, ma anche Augusto Cavadi, Giulio Cavalli e Daniele Marannano, che hanno introdotto il suo intervento raccontando i numerosi progressi che la lotta antimafiosa ha raggiunto negli ultimi anni.
Il primo ha parlato delle iniziative prese dai negozianti che hanno lanciato una sfida al racket, scrivendo sulla soglia dei propri negozi “Io non pago il pizzo” e dai consumatori che si rifiutano di acquistare prodotti dove lo slogan non è presente, affermando che se la mafia non ha consenso sociale non riesce ad agire.
Marrano invece, direttore di Addiopizzo, ha dichiarato di aver particolarmente apprezzato la lettura per la sua prospettiva antieroica, che ha posto il lettore davanti alla visione di una mafia che può essere distrutta da semplici cittadini e non necessariamente da grandi eroi.
L’ultimo intervento è stato quello di Cavalli, artista, scrittore e attore di Milano, testimone della mafia al nord. Egli ha definito Anna Maria ”una professionista nel senso costituzionale”, poiché ha esercitato ed esercita tuttora la libertà di professare ciò in cui crede.
Infine è intervenuta efficacemente l’autrice, spiegando al pubblico la nascita del movimento di “Addiopizzo” e l’inizio del suo percorso in esso. Anna Maria è l’esempio di come un personaggio normale, come può apparire una madre, possa fare qualcosa di grande e concreto, prendendo ispirazione da suo figlio. E’ stato infatti quest’ultimo a prendere l’iniziativa di creare il gruppo insieme ad alcuni suoi amici, dopo essersi reso conto che a Palermo più dell’ 80% dei commercianti pagava il pizzo. Come lei stessa racconta, inizialmente non è stato facile superare la paura di qualcosa di così più grande di lei; tuttavia, superato questo primo momento, ha dimostrato una grande forza entrando a far parte in prima persona del movimento e integrandovi anche i suoi allievi. “Alle insegnanti consiglio di esercitare la propria professione non limitandosi a nozioni scolastiche ma anche a lezioni di vita” dice la scrittrice nata a Genova. L’autrice è infatti di origini liguri, zona nella quale, afferma, fino a qualche anno fa il fenomeno mafioso non era presente, a differenza della Sicilia dove è stato ed è ancora terribile. Il vero problema è che al Nord la criminalità organizzata è diffusa, ma viene comunque sottovalutata e conosciuta sommariamente.
“Non mi considero un’eroina” conclude Anna Maria “Ma una normale cittadina che fa il suo dovere”.
Elisa Ciccarese e Anna Margherita Toso
Redazione Alfieri, Torino
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