“Ho deciso di parlare di quel periodo dell’anno in cui sembra esserci un buco, tra agosto e ottobre. Quel periodo dell’anno in cui ci si perde, ci si ritrova, si impara e si cresce;” dice Andrès Barba, nel suo italiano un po’ zoppicante; “è interessante notare che l’adolescenza può essere paragonata a questo periodo estivo-autunnale; è infatti durante essa che noi conosciamo alcune persone, ne perdiamo altre, cresciamo e maturiamo, per diventare poi persone totalmente diverse da quelle che eravamo, o pensavamo di essere.”
Questo è il periodo della vita umana che lo scrittore spagnolo Andrès Barba ha deciso di raccontare: l’adolescenza. Un’adolescenza ancora viva nei suoi ricordi, a quanto ci racconta (e soprattutto a quanto riusciamo a capire dal suo intervento, INTERAMENTE in spagnolo, per la gioia dei molti ispanici presenti), un’adolescenza a cui egli guarda, forse, con malinconia e tenerezza, un’adolescenze che, ci riferisce, lo ha molto ispirato per la creazione del suo ultimo libro “agosto, ottobre”, nel quale egli presenta il passaggio all’età adulta di un ragazzino come tanti. L’elemento spagnolo ha reso complicata la comprensione integrale di ciò che Barba spiegava al suo interessato e assai caloroso pubblico, ma ci è apparso chiaro, sin dalle prime parole, il profondo affetto che egli nutre nei confronti dei suoi lettori e, soprattutto, del suo libro, che talvolta sembra evocare racconti di una vita passata ma in qualche modo rimasta, nella mente dell’autore quanto in quella degli ormai “ragazzi-cresciuti”.
Carola Boschetto
Arianna Cogno
Il video dell’intervista a Andrès Barba (in caricamento)
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